Stamattina abbiamo cominciato scrivendo nell’aria il numero 1 e il numero 2, poi i bambini hanno completato le prime due pagine del numero 2 sul nostro libro di testo “Pepito”.
Mentre i bambini lavorano, li chiamo uno alla volta al monitor interattivo per scrivere il numero 2 e controllare che partano dal punto giusto.
Proseguiamo facendo alcune cornicette, per migliorare la capacità di stare nei quadretti.
Compito di casa: le altre due pagine di Pepito sul numero 2
trasformando il 2 con la magia dei numeri (i due sono stati trasormati in monete da 2 euro, cuori, pesci, principesse, cigni e altro)
ripassando il due con i colori a matita
completando la scheda con la mano, i ten frames, il numero e la parola
completando la pagina di 2 e DUE.
Poi abbiamo giocato per un po’ a 1, 2, 3… olè! Questo gioco si trova nella sezione CONTARE GIOCANDO, della guida di prima del progetto PerContare.
Il gioco consiste nel mettere dei fagioli in un bicchierino; noi oggi ne abbiamo messi 5. Un bambino prende il bicchierino, un altro bambino si mette davanti a lui con mano tesa e occhi chiusi. Tutti diciamo forte 1, 2, 3… olè mentre il bambino con i fagioli ne versa qualcuno nella mano del compagno.
Il compagno chiude la mano e cerca di indovinare quanti fagioli ha. Poi apre la mano, li fa vedere ai compagni e li conta insieme a loro, per vedere se ha indovinato. La maestra a questo punto chiede ai bambini: se nel bicchiere c’erano 5 fagioli e Riccardo nella mano ha 2 fagioli, quanti fagioli ci sono adesso nel bicchiere?
Questa attività getta le basi del concetto di complementarità.
Oggi ho proposto alla mia classe un’attività che sperimentai otto anni fa, tratta dal progetto PerContare. Si trova nela pagina “Contare giocando” della guida di prima.
Ho preso 5 scatole e in ognuna ho messo:
1 palloncino
2 cerchi di plastica
3 tazzine di plastica (quelle della coppa del nonno)
4 palline da ping pong
5 graffette
6 dadi
7 carte da scala
8 matitine
9 tappi
10 maccheroni
10 sacchetti di plastica piccoli con sopra un’etichetta bianca.
Ho diviso i banchi in isole da 5 e ad ogni gruppo ho dato una scatola. Abbiamo prima ragionato su come lavorare e poi ho dato il via, dicendo: chi fa prima senza errori vince! I bambini dovevano scrivere numero e pallini corrispondenti sulle etichette sui sacchetti, dove avevano suddiviso i vari oggetti.
La maggiore difficoltà dei bambini è lavorare insieme. Tre gruppi hanno lavorato bene e sono stati veloci. In due gruppi i bambini si sono un po’ arenati, perchè non si sono accorti che avevano fatto, ad esempio, due sacchetti di maccheroni. Quindi si ritrovavano con numeri doppi, mancava un sacchetto, ecc.
Dopo questa attività, che è stata abbastanza veloce, abbiamo rappresentato tutto sul quaderno.
Oggi pomeriggio abbiamo rifatto gli indovinelli con le dita. Ad esempio:
Mettendo una mano dietro la schiena la maestra dice: Ho quatro dita sollevate, quante non sono sollevate? (Alla risposta la maestra fa vedere le sue mani).
Mettendo le mani dietro la schiena la maestra dice: Ho le dita di una mano sollevate e ancora altre due dita sollevate. Che numero è? (Alla risposta la maestra fa vedere le mani.)
Poi abbiamo giocato con il memory piccolo, usando solo le carte da 1 a 5 con i numeri e le dita.
Infine abbiamo completato due pagine del libro di testo “Pepito – Discipline” sul numero 1.
I miei alunni sono capaci di contare per contare, di contare con le dita, di contare oggetti, di leggere i numeri da 1 a 10, ma non tutti sono capaci di scrivere bene i numeri all’interno del quadretto; ho notato anche alcune inversioni di 1, 2, 5, 6. Direi che siamo nella norma.
Per rinforzare la scrittura dei numeri, comincio già da oggi a presentare l’1, con lo stesso metodo di otto anni fa:
prima scriviamo il numero 1 nell’aria, insistendo molto sul punto di inizio, in modo che non si radichino modi di scrivere scorretti;
trasformiamo l’uno con la fantasia in qualcos’altro, discutendo insieme delle varie possibilità;
dato che è la prima volta che facciamo questo lavoro, chiamo un bambino alla volta allo schermo multimediale per disegnare con il dito una bozza della sua idea;
i bambini lavorano sul quaderno, trasformando un grande uno che ho scritto con la penna nera, in modo che non possa essere cancellato, poi colorano il disegno;
ripassiamo molte volte con i colori a matita l’altro uno che ho scritto a penna sul quaderno;
completiamo la scheda di rappresentazione dell’1 che contiene il numero, la parola, la mano e il ten frame. Mentre si colora la scheda, una bambina mi chiede se può fare la manicure alla mano, quindi lei e molti altri colorano le unghie come se avessero lo smalto;
completiamo una pagina di 1 e UNO (questi bambini sono dei gran lavoratori, pensavo di darla come compito a casa e invece la fanno a scuola);
infine ritiro i quaderni e mostro ogni disegno di trasformazione dell’1; in questa classe hanno avuto un grande successo lo scivolo (un classico del numero 1) e la barca.
Il TEN FRAME è un rettangolo diviso in 10 caselle, disposte in due file da cinque, una sorta di rappresentazione delle dita delle mani (5+5). I numeri fino al 10 possono essere rappresentati inserendo in ogni casella un oggetto, di solito un gettone o uno sticker a forma di cerchio.
Si tratta di un artefatto interessante, perchè oltre alla rappresentazione dei numeri da 1 a 10, è utile nella formazione delle coppie del 5 e del 10 (complementarietà) e nelle prime attività di addizione e sottrazione entro il 10. Nel progetto PerContare non viene utilizzato, ma è molto diffuso nel mondo anglosassone e compare in alcuni libri di testo che si basano sul Metodo Singapore. Il nostro libro di testo “Pepito” lo utilizza, quindi sto pensando di lavorare per un po’ con il contadita e poi di sostituirlo con il TEN FRAME.
Questa mattina abbiamo fatto un ripasso contando con le dita da 1 a 10, poi abbiamo giocato nell’atrio con il memory grande dei numeri da 1 a 10, utilizzando le carte con le dita e i numeri. Il gioco comune è stata una prova per rinfrescare le regole del memory.
Finita la partita di prova, in classe ho diviso i bambini in gruppi da tre che hanno giocato con le carte del memory piccolo.
I bambini leggono bene i numeri e riconoscono le quantità sulle dita, ma si perdono nella memorizzazione delle carte e ovviamente alcuni gruppi si sono persi in discussioni. La partita con 20 carte va un po’ per le lunghe, la prossima volta giocheremo con le carte da 1 a 5.
un bambini diceva un numero ad alta voce e i compagni dovevano mostrare le dita
un bambino faceva un numero con le dita e gli altri dovevano indovinare che numero era.
Alcuni bambini sono velocissimi, altri devono contare le dita perchè non sono abituati ad usarle per rappresentare i numeri, in generale i miei alunni presentano diversi livelli di competenza. Direi che siamo nella norma.
Poi i bambini hanno completato in autonomia queste schede:
Prima le abbiamo spiegate insieme, poi i bambini hanno lavorato in autonomia, anche se qualcuno ha avuto bisogno di aiuto nello scrivere i numeri. Questo lavoro mi serve per fare il punto della situazione, ma ho già capito che dovremo lavorare soprattutto sulla scrittura dei numeri.
Stamattina abbiamo lavorato con le dita di una mano:
abbiamo contato da 1 a 5 usando le dita
io facevo vedere le dita e loro mi dicevano il numero (da 1 a 5)
io dicevo un numero da 1 a 5 e i bambini dovevano mostrarmi le dita
con la mano dietro la schiena dicevo: ho 2 dita chiuse, che numero è?
Finito questo lavoro abbiamo cercato su Google “cani dalmata”. Sono venute fuori tante immagini e abbiamo osservato dove hanno le macchie, che le macchie sono tante, ma così tante che è difficile/impossibile contarle.
A questo punto ho distribuito i quaderni di matematica su cui avevo già incollato la scheda dei cani dalmata. I bambini hanno capito subito che dovevano disegnare tanti puntini quanti ne indicava il numero sotto.
Poi abbiamo scritto i numeri prima col dito almeno tre volte, poi con la matita, osservando bene i punti di partenza.
Infine i bambini hanno scritto i numeri da 1 a 9 sul quaderno. In questa fase si sono evidenziate notevoli differenze, tra chi è più esperto e chi fa fatica a scrivere i numeri, lasciare gli spazi, rispettare il quadretto, ecc. Alcuni, su mio consiglio, hanno ripassato con il dito molte volte i numeri “difficili” nella scheda prima di scriverli sul quaderno.
Siamo stati tutti d’accordo nel decidere che il numero 8 è il più difficile.
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